“Minacce in carcere”: gli indagati dello stupro di Palermo chiedono di essere trasferiti

Gli indagati per l’agghiacciante stupro avvenuto a Palermo hanno ricevuto minacce in carcere e per questo chiedono il trasferimento.

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Gli indagati dello stupro di Palermo chiedono il trasferimento (Canva) GRAZIAMAGAZINE.IT

Non sono mancate le reazioni nei confronti degli indagati del terribile delitto di stupro perpetrato a Palermo lo scorso mese di luglio la cui notizia è venuta a galla in questi giorni.

Sotto accusa, i 7 giovani finiti in carcere hanno ricevuto delle minacce e i loro legali sono intenzionati a richiedere il trasferimento presso altri istituti di reclusione.

Messaggi violenti e profili fake creati nelle scorse ore sui social network, ma anche minacce da parte degli altri detenuti hanno fatto scattare l’allarme. Si tratta di reazioni che arrivano in seguito al clamore mediatico che ha suscitato una vicenda dai contorni sconvolgenti.

Oltre all’indignazione manifestata sul web anche all’interno del carcere sembra infatti che gli imputati non siano ben visti dagli altri detenuti proprio per l’efferatezza del crimine che hanno compiuto.

Sono 6 i ragazzi coinvolti in stato di reclusione mentre il settimo, che all’epoca dei fatti, lo scorso luglio, era ancora minorenne, è stato mandato in una comunità.

La morbosa caccia del video sui social

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Stupro di Palermo, violenza efferata (Canva) GRAZIAMAGAZINE.IT

Lo stupro di gruppo perpetrato ai danni di una ragazza che si è consumato nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorso, per il quale i responsabili sono stati arrestati nei giorni scorsi non smette di provocare sconcerto e indignazione.

La giovane sarebbe stata indotta a bere e poi molto probabilmente con l’inganno portata in un luogo appartato del Foro Italico dove è avventua la violenza registrata dalle telecamere di sorveglianza.

Risulta poi che uno dei ragazzi abbia filmato l’orrore per diffonderlo tramite cellulare. Ed ora si è scatenata una macabra ricerca del video in questione probabilmente diffuso sul canale Telegram.

Dopo che nelle scorse ore una valanga di insulti sui social si sono riversati non solo nei confronti degli stupratori ma perfino verso la ragazza stuprata, è intervenuto anche il Garante della privacy per mettere in guardia dalle potenziali conseguenze, anche di carattere penale, che rischia chi si mette alla ricerca di contenuti illeciti sul web.

Casi di questo tipo che non solo suscitano assoluta riprovazione nell’opinione pubblica, ma anche all’interno delle carceri provocano disordini anche da parte di chi sta scontando la pena per delitti di altro tipo, meno violenti e degradanti.

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I ragazzi dello stupro di Palermo ripresi dalle telecamere di sorveglianza (Facebook) GRAZIAMAGAZINE.IT

Nel corso delle prossime ore il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziale dovrebbe dare il via libera al trasferimento di questi ragazzi per cui è stato richiesto dai loro legali con la motivazione di “prevenire azioni destabilizzanti“dal momento che risultano fortemente invisi agli altri detenuti.

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