Frutti tropicali, amati da molti ma pericolosi a volte: in quali sono stati trovati pesticidi

Il Salvagente ha effettuato una nuova indagine sulla sicurezza alimentare: scoperta alta contaminazione di pesticidi sui frutti tropicali.

Tantissima frutta sparsa sul bancale
Tantissima frutta sparsa sul bancale (Graziamagazine.it)

Frutti tropicali pericolosi per la salute? Parrebbe così, l’indagine condotta da Il Salvagente sulla sicurezza alimentare parla chiaramente, rivelando un’alta concentrazione di pesticidi sulla frutta tropicale importata in Europa. Sono stati rintracciati numerosi pesticidi vietati nella UE, ma che comunque riescono ad arrivare sulle nostre tavole.

I frutti tropicali, sempre più presenti sulle nostre tavole, nonostante le eccellenti proprietà, potrebbero mettere a rischio la nostra salute, contaminati da pesticidi, erbicidi e fungicidi, quasi tutte sostanze inquinanti e vietate dalle leggi comunitarie. L’indagine condotta da Il Salvagente ha esaminato in particolare i tre frutti tropicali più consumati: ananas, mango e avocado.

Pericolosa contaminazione da pesticidi: le analisi sui frutti tropicali nei supermercati italiani

Vassoio contenente frutta tropicale fresca
Vassoio contenente frutta tropicale fresca (Graziamagazine.it)

Ananas, mango e avocado si trovano facilmente nei supermercati italiani, ormai tutto l’anno, già questo costituisce un serio problema per quanto riguarda l’inquinamento ambientale per via delle coltivazioni massicce e dei trasporti in tutto il mondo. Inoltre, va ad aggiungersi il pericolo determinato dalle sostanze utilizzate per la coltivazione dei frutti.

Come conferma l’indagine de Il Salvagente, la presenza di sostanze chimiche su questi frutti è davvero elevata. Queste sostanze, se assunte in elevate dosi, alterano le funzionalità del nostro organismo, comportando molteplici problemi, tra cui irritazioni cutanee, sfoghi, allergie, infiammazioni, fino a malattie gravi come patologie neurologiche e insorgenza di tumori.

La UE, proprio per tutelare la salute dei cittadini, ha emesso determinate leggi e divieti, eliminando queste sostanze chimiche, che tra l’altro distruggono anche la natura e gli animali che vivono in determinati ambienti. Qui scatta il controsenso: se l’utilizzo di tali pesticidi è vietato in tutta la Comunità Europea, ed è possibile importare prodotti contaminati da tali sostanze, cosa cambia?

La beffa delle sostanze chimiche sulla frutta: produzione e vendita

Certo, non si crea un danno all’habitat naturale, ma i pesticidi finiscono comunque sulle nostre tavole, ed entrano a contatto con il nostro organismo. Ma non è tutto, perché come rivela Il Salvagente, molti di questi pesticidi vietati, sono prodotti nella stessa UE e poi venduti nei paesi extracomunitari. Insomma, un boomerang che ci ritorna indietro.

Tutto ciò non ha proprio senso. Solo in Italia, qualche anno fa, è stata approvata l’esportazione di 9 mila tonnellate di pesticidi vietati in UE. L’Italia è il secondo esportatore di pesticidi, dopo il Regno Unito, sostanze chimiche inquinanti e tossiche, prodotte da noi, ma vendute nei mercati extraeuropei. Ma quali sono stati i risultati dell’indagine?

I risultati dell’indagine sui pesticidi, cosa emerge e come tutelarsi

Il Salvagente ha selezionato casualmente diversi frutti tropicali di diversi marchi che si trovano nei supermercati italiani. Tra i pesticidi autorizzati sono stati rintracciati Azoxystrobin, Fludioxonil e Thiabendazole, sono potenti fungicidi pericolosi e cancerogeni ma non vietati, che proteggono i frutti dalla muffa scatenata dal clima clado e umido dei paesi tropicali.

I pesticidi vietati rintracciati sono l’Alfa e cipermetrina, il Diazinon, il Diuron, l’Imidacloprid e il Prochloraz. I frutti più contaminati sono: il mango della Conad “Sapori e Idee”, di origine brasiliana, il mango della Lidl di origine brasiliana, e il mango dell’Eurospin “Spreafico”, sempre brasiliano. Poi abbiamo l’avocado dell’Eurospin, originario della Colombia, e l’avocado della Coop, colombiano.

Infine, l’ananas della Conad, originaria del Costa Rica, l’ananas dell’Esselunga “Natura Matura”, e l’ananas “Alba” della Carrefour, sempre del Costa Rica. Insomma, occorre fare attenzione quando si acquista frutta importata. Naturalmente, sono contaminati anche altri frutti. Quando si consumano è sempre bene lavarli attentamente.

Impostazioni privacy